Ri-formati. Buon anno scolastico a tutt*

Non è il solito anno scolastico che inizia. (Sempre che ci sia stato un SOLITO anno scolastico). No, questo non è proprio il “solito”.
Inquietudine. Insofferenza che non trova sbocchi. (Per ora).
C’è la crisi (o meglio, ci sono le crisi) che non permette a nessuno, tanto meno a noi, di star tranquilli. Crisi climatica, ambientale, economica, finanziaria. Tutto è in crisi. Come dobbiamo sentirci, secondo voi? Mi guardo un video di Tremonti come antidepressivo? “La cvisi, compagni cittadini, è supevata. Questva finanziavia ha povtato nelle casse (mie) dello stato civca 100 milioni di uevo che sommati a queglialtvi che vi ho sottvatto dalle tasche…”. Fico, sto già meglio.

A scuola, poi. Ne abbiamo fatte di proteste negli anni scorso. Do you rememebr The wave (no il film!)?
Niente. La maledetta Gelmini è andata avanti.
Oggi chi si è iscritto in prima si trova a fare i conti con la sua maledetta Riforma. Ma non solo loro. Tutt* noi.
Anno storico, lo chiama lei.

Storico, per alcuni, lo è di certo.
Non abbiamo trovato in classe e nei nostri istituti tutt* i profe. C’avete fatto caso? Qualcun* non ha più avuto il posto. Non importa se bravo (o meno). Rompicoglioni (o meno). Quest’anno è l’anno dei ripensamenti. Nel senso che qualcun* (molti) sono costretti a ripensare il proprio lavoro. Capisco che riesce facile a noi. Ci avete abituati fin da piccoli che precario is biùtiful. Ci mandate ogni anno a quella vetrina della precarietà e della volgarità (militare) che è il job. Ma uno che è 20’anni che insegna?

E le classi? Intasate fino all’inverosimile. Ora vabè, nel casino io ovvio che approfitto. Sei tu l’adulto consapevole, serio. Ma ci rendiamo conto anche noi che apprendere in questo contesto è davvero un po’ complicato. Altro che “personalizzazione”. Per non parlare delle misure di sicurezza: se succede qualcosa? tipo, non so, un incendio. Son cazzi, ai voglia di seguire le perfette procedure di evacuazione. Qui ci evacuano orizzontali. Tocca ferro (senza superstizione).

La sensazione che si ha è di sfacelo. SFACELO. Sì, proprio così.

Ti muovi nei corridoi, nella tua aula. Fai le cose normali, tipo vai al cesso o alla macchinetta. Ascolti una lezione, mandi un sms :-).
E l’impressione che hai è che sia il fondo.

Corsi di recupero? Non ci sono fondi.
Acquisto di nuovi computer? Niet, come sopra.
Riduzione delle ore curricolari. Laboratori inesistenti. Trasporti più cari (della serie: c’è la crisi? paghi di più!).

Bello avere ‘sti ministri della (minchia) certezza. (E quest’hoopsizione, che sta facendo le sue feste ed è costretta a chiamare la polizia per ospitare in pace Brunetta. No scusate, Bonanni).

Certezza di uscire dalla scuola ignoranti (o con i saperi che ci facciamo da soli, forse è il caso di passare all’autoformazione).
Certezza di passare da un lavoretto all’altro, sottopagati e sottoricatto (almeno fino a quando non decideremo di riprenderci ciò che ci spetta).
Certezza di non poter programmare un beato angelico (ma decidiamoci, programmiamo tipo almeno una messa al bando per la Banda B. in ogni città, poi per Roma c’è tempo).

Insomma. C’è un bel caos, ma la situazione diventerà eccellente solo quando lo decideremo noi. Buon anno scolastico a tutte e tutti…

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Una risposta a Ri-formati. Buon anno scolastico a tutt*

  1. m5 scrive:

    Sul corriereverona.it c’è un articolo sul liceo Montanari. Qual è la cosa che preoccupa di più il preside del liceo? la carenza di aule, di strutture, di strumenti? le aule stipate all’inverosimile di studentesse? il problema dei precari lasciati a casa? macchè!
    il problema è il bon ton: le alunne del montanari devono vestirsi meglio e non dire parolacce.
    Forse è il caso di tornare al grembiulino e al righello sulle dita… secondo voi la Gelmini accoglierebbe il suggerimento?

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