Democrazia del tumulto o “democrazia” dei parlamenti(ni)?

L’Italia (e l’Europa, in questo momento ci sono manifestazioni studentesche oceaniche in Inghilterra, a Londra gli student* assaltano di nuovo la Camera dei Comuni) è finalmente scossa da un tumulto: scioperi, proteste, cortei, azioni, flash-mob, occupazioni, blocchi della mobilità di cose e persone, assalti ai luoghi del potere economico o politico.
Democrazia del tumulto che troverà uno dei suoi più alti momenti il 14 dicembre con la mobilitazione lanciata da Uniti contro la crisi a Roma.

A Verona si è partiti con difficoltà. Se si esclude la protesta, forte, dei ricercatori con il blocco della didattica non obbligatoria, in città ci sono poi stati due cortei degli studenti delle superiori e alcune azioni simboliche.

Queste difficoltà sono prima di tutto soggettive, riguardano cioé chi ha iniziato ad organizzare la mobilitazione. Problema non da poco se si considera che possono accadere episodi come questo: durante un’assemblea lanciata dal collettivo universitario martedì 7 dicembre all’Università, si sono presentate alcune decine di fascisti del Blocco e, se si esclude la reazione di 3-4 studenti, la totalità degli altri se ne è rimasta seduta in cerchio a “dialogare” con questi personaggi (nella foto).

Non è che si voglia infierire, ma davvero lì c’è stato un eccesso di: “lentezza”, “educazione”, “raffinatezza intellettuale”, “democrazia”, “leggerezza”, “creatività”, “orizzontalità”, “nonviolenza”. Quando invitavamo ad essere Uniti contro la crisi intendevamo un’altra cosa.
Ironia a parte, i fasci andavano cacciati. Punto. O, se non si era in grado, non si intavolava nessun discorso, ci si alzava e si andava via. Insomma, qualcosa per evitare quello che è successo andava fatto. Non c’è bisogno di ricordare il tentativo dei fascisti del Blocco di egemonizzare, prima tentando di infiltrarsi (loro sì, infiltrati) poi con la violenza, il movimento dell’onda di 2 anni fa. Allora, gli studenti e le studentesse avevano reagito cacciandoli come si deve.

Questa inclinazione, a nostro modo di vedere, ha conseguenze che vanno oltre questo comunque piccolo episodio e non ha probabilmente facilitato il percorso possibile di mobilitazione studentesca in città.

Rimbocchiamoci le maniche, già da domani i giorni inizieranno a correre più veloci.

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