Tunisia e Algeria: una generazione precaria in rivolta

Anche in Tunisia e in Algeria la generazione precaria si ribella e scende nelle strade perché non vuole pagare i costi della crisi.

Molto più che in Europa, il comando (per altro appoggiato da vari governi europei) cerca di schiacciare le rivolte con una violenza inaudita.

Diamo voce a El Général, rapper tunisino arrestato l’8 gennaio per avere, con i brani che vi facciamo sentire, dato voce alla rivolta, denunciato la corruzione del regime e le condizioni disperate di vita della gente.

http://www.youtube.com/watch?v=Ve0DdaIvcUo
http://www.youtube.com/watch?v=-jdE_LpmAIQ

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Roma – Nel vivo del tempo che viene

Stiamo tornando adesso in corteo alla Sapienza dopo una giornata straordinaria per dato di partecipazione ma anche per il livello di radicalità espressa dai tanti cortei che hanno attraversato la città.

C’è stato un tentativo molto preciso di tutti i manifestanti, in termini unitari, dagli studenti ai precari agli operai ai centri sociali, tutti si sono mossi in una direzione precisa: arrivare sotto Montecitorio,  arrivare sotto il Senato per poter esprimere il proprio dissenso e per poter sfiduciare dal basso il governo.

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Democrazia del tumulto o “democrazia” dei parlamenti(ni)?

L’Italia (e l’Europa, in questo momento ci sono manifestazioni studentesche oceaniche in Inghilterra, a Londra gli student* assaltano di nuovo la Camera dei Comuni) è finalmente scossa da un tumulto: scioperi, proteste, cortei, azioni, flash-mob, occupazioni, blocchi della mobilità di cose e persone, assalti ai luoghi del potere economico o politico.
Democrazia del tumulto che troverà uno dei suoi più alti momenti il 14 dicembre con la mobilitazione lanciata da Uniti contro la crisi a Roma.

A Verona si è partiti con difficoltà. Se si esclude la protesta, forte, dei ricercatori con il blocco della didattica non obbligatoria, in città ci sono poi stati due cortei degli studenti delle superiori e alcune azioni simboliche.

Queste difficoltà sono prima di tutto soggettive, riguardano cioé chi ha iniziato ad organizzare la mobilitazione. Problema non da poco se si considera che possono accadere episodi come questo: durante un’assemblea lanciata dal collettivo universitario martedì 7 dicembre all’Università, si sono presentate alcune decine di fascisti del Blocco e, se si esclude la reazione di 3-4 studenti, la totalità degli altri se ne è rimasta seduta in cerchio a “dialogare” con questi personaggi (nella foto).

Non è che si voglia infierire, ma davvero lì c’è stato un eccesso di: “lentezza”, “educazione”, “raffinatezza intellettuale”, “democrazia”, “leggerezza”, “creatività”, “orizzontalità”, “nonviolenza”. Quando invitavamo ad essere Uniti contro la crisi intendevamo un’altra cosa.
Ironia a parte, i fasci andavano cacciati. Punto. O, se non si era in grado, non si intavolava nessun discorso, ci si alzava e si andava via. Insomma, qualcosa per evitare quello che è successo andava fatto. Non c’è bisogno di ricordare il tentativo dei fascisti del Blocco di egemonizzare, prima tentando di infiltrarsi (loro sì, infiltrati) poi con la violenza, il movimento dell’onda di 2 anni fa. Allora, gli studenti e le studentesse avevano reagito cacciandoli come si deve.

Questa inclinazione, a nostro modo di vedere, ha conseguenze che vanno oltre questo comunque piccolo episodio e non ha probabilmente facilitato il percorso possibile di mobilitazione studentesca in città.

Rimbocchiamoci le maniche, già da domani i giorni inizieranno a correre più veloci.

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Buoni&Cattivi

A Verona gli studenti manifestano contro la riforma Gelmini in un’aria di festa e senza presenze di antagonisti. Cioè a Verona a fare “alcune” iniziative sono PROPRIO studenti.
Questo scrive la giornalista dell’Arena Irene Pasquetto.
Sottintendendo, quindi, che a Roma e nelle altre città, invece, il fatto che gli studenti siano stati più decisi e rabbiosi (e più numerosi, non certo “avanguardia”) sia imputabile, come dice Berlusconi e la sua banda, a infiltrati.
Cose già sentite: bravi ragazzi, se ballate e fate scenette. Se protestate con educazione. Se non siete eccessivi come quelli di Roma, di Bologna. Quelli di Padova, poi, si sa…
Quando però gli studenti capiscono che un certo modo di protestare non serve a nulla e prendono d’assedio i luoghi del potere o bloccano la mobilità di persone e merci, e non per finta, ecco che tutto ciò che succede è imputabile agli “antagonisti”.
Ma stiamo tranquilli.
Irene Pasquetto ci garantisce che gli studenti veronesi sono in festa.
E non ci sono antagonisti. Alleluja.

Alla giornalista ricordiamo che non ha speranza per Porta a porta: il posto di Bruno Vespa è prenotato da una schiera di leccaculo.

A Verona gli studenti manifestano contro la riforma Gelmini in un’aria di festa e senza presenze di antagonisti.
Questo scrive la giornalista dell’Arena Irene Pasquetto.
Sottintendendo, quindi, che a Roma e nelle altre città, invece, il fatto che gli studenti siano stati più decisi e rabbiosi (e più numerosi, non certo “avanguardia”) sia imputabile, come dice Berlusconi e la sua banda, a infiltrati.
Cose già sentite: bravi ragazzi, se ballate e fate scenette. Se protestate con educazione. Se non siete eccessivi come quelli di Roma, di Bologna. Quelli di Padova, poi, si sa…
Quando però gli studenti capiscono che un certo modo di protestare non serve a nulla e prendono d’assedio i luoghi del potere, e non per finta, ecco che tutto ciò che succede è imputabile agli “antagonisti”.
Ma stiamo tranquilli.
Irene Pasquetto ci garantisce che gli studenti veronesi sono in festa.
E non ci sono antagonisti. Alleluja.
Alla giornalista ricordiamo che il posto di Bruno Vespa a cui forse aspira è prenotato da una schiera di leccaculo.
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Comincia adesso!

Fini non è De Villepin e la destra italiana fatica a perdere la sua natura autoritaria. Una destra non autoritaria, infatti, di fronte al dilagare delle proteste, avrebbe fatto marcia indietro, a maggior ragione perché il governo è agli sgoccioli. E invece no, dopo il tetto di Architettura i finiani chiariscono la pasta di cui sono fatti e da Lecce il Presidente della Camera ci fa sapere che il DDL Gelmini è la miglior cosa fatta da questo governo.

Le parole di Fini ci aiutano a fare i conti con un fatto: con la fine del sovrano di Arcore non finisce il problema, semmai ne inizia uno nuovo, che ci sia un governo di unità nazionale diretto da Draghi o si vada ad elezioni con una lista civica che tiene assieme Futuristi e D’Alema, Casini e Montezemolo. E le confermano le parole dello stesso D’Alema che, invece di ribadire che prima si ritira il DDL poi si discute di patto costituente per gestire il passaggio alla terza Repubblica, anticipa tutti e propone grandi ammucchiate senza chiedere nulla in cambio.

Non si poteva fare nulla di meglio allora che correre verso il Senato e dire che non ci rappresenta nessuno! Continua a leggere

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Verona. Riprendiamoci il futuro, uniti contro la crisi

Si muove il corteo degli studenti medi.

Sono circa 400. Con loro studenti universitari e docenti, lo striscione d’apertura recita: “Riprendiamoci il nostro futuro” Uniti contro la crisi.

Durante il percorso molti interventi al microfono. Gli studenti hanno gridato la loro rabbia contro i pesanti tagli che la legge finanziaria abbatte come una scure sul sistema dell’istruzione pubblica. Si tagliano le borse di studio e si finanziano le scuole private. Il corteo festoso e determinato si è mosso per le strade del centro giungendo in Università, Facoltà di Lettere.

Gli studenti medi insieme ai ricercatori della Rete 29 aprile, hanno condotto un’assemblea che segna l’inizio di un percorso congiunto tra docenti e popolazione studentesca contro la riforma. Gli studenti medi saranno le prossime vittime di questo progetto che precarizza il futuro.

Domani ci saranno lezioni in piazza Bra, tenute dai ricercatori. Ma questo è solo l’inizio…

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Verona, 17 novembre: manifestazione e sciopero di Scuola, Università e Ricerca

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10 nov: Assemblea scuola-università, Aula T1 | 17 nov: manifestazione Verona

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Verona. Azione all’Ufficio Scolastico di Verona

Oggi un gruppo di docenti, studenti delle superiori e studenti universitari ha presidiato l’ingresso dell’Ufficio Scolastico di Verona.

I motivi della protesta sono sintetizzati nel volantino che è stato distribuito. Il presidio ha voluto essere un primo momento pubblico per rilanciare la mobilitazione del mondo della formazione contro la riforma Gelmini di Scuola, Università e Ricerca.

I prossimi appuntamenti saranno:
– Assemblea pubblica, il 10 novembre alle ore 15.30 in Aula T1, Polo Zanotto, Via San Francesco, Università di Verona.
-Manifestazione, il 17 novembre, Verona

Uniti contro la crisi – Verona

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La formazione è un bene comune

Docenti di ruolo e precari, ata, studenti delle superiori e universitari: siamo qui per iniziare a riprendere, anche a Verona, un percorso di mobilitazione contro la riforma Gelmini.

Abbiamo deciso di iniziare insieme, uniti, perché la Gelmini e questo governo stanno portando a tutto il sistema della formazione e della ricerca italiano il più grosso attacco che ci sia mai stato.

Per quanto riguarda la situazione, sintetizziamo pochi, ma pesanti, punti:
PRECARI:
gli effetti della riforma corrispondono nei fatti al più grande licenziamento di massa: nel Veneto, per quest’anno scolastico, si parla di 1200 persone lasciate a casa. Ciascuno di noi conosce decine di colleghi che hanno sempre lavorato nella scuola e che ora non hanno preso nessun incarico o solo delle supplenze brevi.
DOCENTI:
Blocco del contratto e degli scatti di anzianità: questo è un vero e proprio furto ai nostri danni perpetrato dai soliti Robin Hood al contrario, Berlusconi &Co., dalle cui ricchezze e dai cui stipendi non viene mai preso nulla.
Da un punto di vista didattico: impossibilità di favorire i processi di apprendimento in classi che arrivano fino a 32 alunni/e, in alcuni – frequenti – casi con la presenza anche di alunni diversamente abili.
STUDENTI/ESSE UNIVERSITARI/E:
Blocco delle borse di studio: ecco come la ministra Gelmini si occupa del diritto allo studio. Oltre 180 mila studenti hanno diritto all’assegno, ma 8 su 10 non lo riceveranno
RICERCA:
Impossibilità di poter scegliere l’attività di ricercatore: con la Gelmini la ricerca diventa un lavoro per aspiranti precari a vita. I vecchi baroni ringraziano.
STUDENTI/ESSE SCUOLE SUPERIORI:
La scuola superiore sta diventando l’esempio di come si può trasformare la sostanza in forma: la decostruzione dei dati (OCSE e INVALSI) che la Gelmini utilizza per giustificare la sua riforma dicono altro: non è mai esistito un eccesso di insegnanti e non sono fannulloni come sostiene Brunetta, gli alunni/e non sono violenti (bullismo) e somari… Insomma, non esiste l’EMERGENZA di cui Gelmini parlava. La scuola inizierà ad essere in emergenza veramente non appena si faranno sentire le conseguenze della sua riforma.
Tutto viene ridotto: dalle ore disciplinari ad attività importanti come teatro, psicomotricità, ecc.
Mancano soldi e docenti per le supplenze e per qualsiasi attività di aggiornamento e formazione.

Per tutto il mondo della formazione e la ricerca, seguendo le indicazioni di Tremonti, questa è la sintesi della Gelmini: NIENTE SOLDI!

Così viene affrontata la crisi (NON L’EMERGENZA) della formazione: una possibilità di cambiamento positivo affossato.
Un paese come il nostro, travolto da una crisi complessiva, economica, politic e, sociale, che si trova un governo incapace (o che probabilmente ha altre priorità, come la cronaca di questi giorni sembra confermare) di capire che il futuro sta proprio nella formazione e nella ricerca è un paese senza futuro. Ecco perché ci sentiamo tutti e tutte coinvolti. Ecco perché non possiamo tacere.
Lanciamo dall’Ufficio Scolastico di Verona la proposta di una manifestazione unitaria cittadina, il 17 novembre, in contemporanea con quelle che si terranno in tutta Italia.
In preparazione, si terrà inoltre un’assemblea di tutto il mondo della formazione, il 10 novembre, alle ore15.30, Aula T1, Polo Zanotto, via San Francesco, Università di Verona.

UNITI CONTRO LA CRISI – VERONA

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